La Commenda di Santa Maria delle Grazie nacque ad Andorno nel 1490 ad opera del fondatore frà Guglielmo Beretta; nella ricerca dei terreni adatti alla sede del Beneficio egli scelse un luogo di spicco, sulla sommità della collina detta “della Vergine” che sovrasta a nord-est l’abitato di Andorno ed è ben visibile da tutta la bassa Valle Cervo.
Secondo fonti attendibili, anche se non convalidate da assoluta certezza, pare che sulla collina vi fosse una preesistente costruzione romanica (un oratorio, una cappella campestre oppure la chiesa di un ordine o di una confraternita) dedicata a Santa Maria delle Grazie, il cui culto si era da molto tempo diffuso nel mondo occidentale, e in particolare nel Biellese, dove la devozione alla Madonna fu sempre molto sentita.
Si tratta di un’immagine sacra molto antica di origine orientale; a lei i fedeli si rivolgevano per chiedere protezione contro la peste, e, più in generale, salvaguardia della salute.
Era invocata come “Vergine delle Grazie”, “della Misericordia” o “del Mantello” (in riferimento all’iconografia che la ritrae in atteggiamento di proteggere i fedeli sotto il suo ampio manto).
Si può quindi pensare che i Cavalieri di Malta abbiano scelto la collina della Vergine, accettandone la precedente intitolazione, e affiancandovi la figura del loro patrono San Giovanni Battista.
Vedere l’immagine della pala dell’altar maggiore raffigurante la Vergine delle Grazie che oggi si trova presso la chiesa di Tavigliano.
Ciò che oggi appare ai nostri occhi come “Commenda di Malta” (ossia la casa del rettore) è monumento di interesse storico-architettonico ed è stato oggetto di un lungo lavoro di restauro e rifunzionalizzazione promosso dal Comune di Andorno Micca a partire dal 1996 fino a tutto il 2002.
L’edificio odierno è parte di un complesso originario molto più grande il cui fulcro era la bella chiesa sovrastante l’abitato sui cui resti sorse a fine Ottocento la Villa Cerruti (poi Villa Biglia) nel cui fabbricato si trova ancor oggi la “torretta” che si pensa essere un riattamento dell’antico campanile.
L’edificio ha ospitato nel secolo scorso la clinica “La Madonnina” e, a partire dagli anni Settanta è stato adibito a Casa di Riposo con la denominazione di “Casa del Sorriso”.
Oltre a questi due edifici, l’antico beneficio era comprensivo di cascine e terre, sia nei dintorni che in luoghi ben più lontani (l’azienda agricola “della Cocarella” a Ronco Biellese e la cascina “Molinetto” di Tronzano) acquistati da Guglielmo Beretta per dotarlo di una rendita tale da renderlo pienamente autonomo.
Terminato il suo ruolo di fondatore, nel 1503 egli fu rilevato dall’incarico e sostituito dal nuovo rettore Giovanni Paolo de Serenis al quale succedette nel 1530 il nipote Antonio de Serenis.
Negli anni successivi, a partire dal 1547, la chiesa e tutti i relativi beni furono requisiti da alcuni famiglie nobili locali, gli Scaglia di Verrua e Giovanni Lanza di Ronco marchese di Masserano.
Ciò diede vita ad una lunga causa che si concluse a favore dell’Ordine nel 1573.
Agli inizi del ‘600 il nuovo rettore Paolo Avogadro offrì a Carlo Antonio Dal Pozzo, allora arcivescovo di Pisa, i beni del “Molinetto” di Tronzano in cambio di tre cartelle di debito pubblico dello Stato Pontificio.
Gli Andornesi e gli stessi Cavalieri di Malta cercarono inutilmente di opporsi a tale permuta che, privandoli di una rendita, poteva essere causa di difficoltà economiche per il futuro.
Nel 1622, alla morte di Paolo Avogadro, al quale succedette Giovanni Liatto, S. Maria delle Grazie perse di fatto la sua autonomia e venne unita alla Commenda dei S.S. Giovanni e Nazario d’Ivrea, pur rimanendo sempre sottoposta al Priorato di Lombardia, come lo era stata dalle origini.
A partire da questo periodo i rettori della Commenda andornese vennero scelti tra i membri di alcune famiglie borghesi locali: Levera (i più numerosi), Liatti, Corte, Serpentiero…
Nel 1636 i frati cappuccini concordarono con i Cavalieri di Malta la fondazione di un loro monastero ad Andorno; la nuova opera sorse sul versante nord occidentale della collina della Vergine, andando ad aggiungersi alle due case religiose già esistenti e all’Oratorio di San Rocco, sorto nel 1630 a mezza costa della collina stessa. Vedere l’immagine della collina della Vergine di Andorno: spicca dall’alto S. Maria delle Grazie.
Il XVII fu il periodo di maggior affermazione dell’Ordine di Malta ad Andorno; la Chiesa di S. Maria vantava un numero sempre crescente di fedeli, con una crescente richiesta di uffici sacri, il che suscitò reazioni polemiche nei due curati della parrocchiale di San Lorenzo, Giovanni Pezzia e Giacomo Bonesio, i quali nel 1638 si appellarono al Vescovo di Vercelli perché ponesse fine a questa situazione.
Ne nacque una causa con l’allora rettore Giovanni Corte che ne uscì con esito a lui favorevole due anni dopo; ma la rivalità tra le due chiese in realtà continuò, alimentata dall’ambiguità della divisione delle competenze, non solo spirituali, ma anche economiche, che entrambe ricevevano dalla comunità.
Sono di questo periodo anche numerose donazioni di terreni ed immobili che andarono ad arricchire la situazione patrimoniale della Commenda; una particolare donazione, ricevuta dalla famiglia Levera, conferì pure ai Cavalieri la facoltà d’uso delle acque del rio Nelva che, nascendo dal monte Casto, attraversa Tavigliano ed Andorno e lambisce lateralmente la collina di S. Maria. Fino al XVII secolo esso fu utilizzato solo per fini agricoli e pastorizi, poi, a partire dal tardo Settecento, le sue acque furono incanalate e sulle sue sponde sorsero stabilimenti industriali per la lavorazione di pelli e tessuti, un cappellificio ed una fornace.
Il XVIII secolo vide i rettori della Commenda impegnati in opere tese alla conservazione del loro beneficio; ma gli ultimi anni riservarono loro brutte sorprese. In seguito alle lunghe guerre con la Francia napoleonica, il Regno sabaudo si era venuto a trovare in gravi difficoltà finanziarie e aveva perduto una consistente parte dei suoi territori.
Per sanare il grave deficit pubblico il governo decise di confiscare i beni degli Ordini religiosi, tra i quali l’Ordine di Malta; i Cavalieri dovettero così provvedere alla consegna della Commenda che nei primi anno dell’Ottocento fu posta in vendita dal nuovo governo francese subentrato in Piemonte.
I beni furono venduti all’asta a Vercelli, divisi in lotti; e così il beneficio di S. Maria delle Grazie, scorporato in case, cascine e terre entrò a far parte dei patrimoni famigliari della borghesia del tempo.